La tradizione dei fuochi del sacro cuore di Gesù in Tirolo ha origine politiche: nel 1796 le truppe napoleoniche e i concetti dell’illuminismo minacciavano il Tirolo che trovò rifugio nella fede giurando fedeltà eterna al cuore di Gesù; nell’Ottocento questa tradizione rappresentava un trait d’union con la chiesa e la monarchia e anche dopo il 1945, specie in Alto Adige, assunse un significato patriottico. I fuochi in occasione del solstizio d’estate e il culto del sole hanno origini pagane ma furono abilmente trasformati in tradizioni cristiane e accolte negli usi e costumi tirolesi.
Accendere i fuochi nei luoghi più difficilmente accessibili nella seconda domenica dopo il Corpus Domini è una vera e propria sfida ed è ciò che rende questa usanza così amata tra i giovani abitanti dei paesi. Vedere le fiamme sui pendii più ripidi e impervi è sinonimo di orgoglio e senso di appartenenza.
Fin dall’epoca di Andreas Hofer, a Castelbello questa usanza è accompagnata da una processione, mentre i concerti delle bande animano i paesi di Castelbello e di Ciardes.